L’azienda
Vitis Aurunca sorge tra le pendici del monte Massico e quelle del vulcano di Roccamonfina, il Mar Mediterraneo e la Via Appia.
L’azienda nasce nel 2007 dalla visione di agronomi appassionati e celebra le terre fra il Monte Massico e il Garigliano, dove gli antichi romani un tempo lodavano i frutti di questi suoli vulcanici. Oggi l’Azienda possiede e conduce vigneti, oliveti, frutteti e mandorleti, quindi produce vino, olio e frutta. Le diverse colture assicurano la presenza della manodopera lungo tutto l’anno, grazie alle diverse stagionalità che hanno le varie colture.
La storia

In quel tempo, oltre 150 produttori coltivavano queste terre, creando il Falerno in tre diverse qualità: l’austerum, il dulce, e il tenue che venivano vendute in tutto l’Impero Romano in anfore di terracotta, munite di “Pittacium”, antesignane delle moderne etichette che mostravano il tipo di vino, l’anno di produzione e la zona di provenienza delle uve. Era un vino così versatile da essere diluito con acqua o arricchito con miele e spezie.

In quel tempo, oltre 150 produttori coltivavano queste terre, creando il Falerno in tre diverse qualità: l’austerum, il dulce, e il tenue che venivano vendute in tutto l’Impero Romano in anfore di terracotta, munite di “Pittacium”, antesignane delle moderne etichette che mostravano il tipo di vino, l’anno di produzione e la zona di provenienza delle uve. Era un vino così versatile da essere diluito con acqua o arricchito con miele e spezie.


Con le invasioni barbariche del III secolo cominciò l’epoca meno felice per il Falerno. I vigneti furono saccheggiati e la viticoltura sopravvisse solo grazie alla cura dei monaci, custodi di questo liquido sacro necessario per il rito dell’Eucarestia.
Oggi, tra i vigneti di Vitis Aurunca, riecheggiano le voci di quell’antica grandezza. La passione per il Falerno rivive, un ponte tra passato e presente, una promessa di qualità e storia. Qui, dove il tempo sembra essersi fermato, ogni goccia di Falerno racconta una storia antica di uomini e Dei, di terre fertili e di tradizioni immortali. E ogni sorso è un viaggio nel tempo, un’esperienza che trascende i secoli, portando con sé l’eco di una civiltà che non ha mai smesso di celebrare la vita attraverso il nettare dei suoi vigneti.